PROTEZIONE CATODICA: COS’È, COME FUNZIONA, RISCHI E INNOVAZIONI

Come si proteggono le strutture metalliche immerse in ambienti marini dagli effetti corrosivi del mare? Quali tecnologie avanzate vengono utilizzate per prevenire danni a piattaforme petrolifere e gasdotti? E come si monitora e mantiene l’efficacia di questi sistemi nel tempo?

Ne abbiamo parlato con Giuseppe Grieco, che da 16 anni lavora nel settore della protezione catodica, sia onshore che offshore. In Sa.GEST, Giuseppe è responsabile di tutte le attività, dalla costruzione di nuovi impianti alla loro manutenzione, dai collaudi elettrici alla progettazione di nuovi impianti o retrofit di quelli esistenti.

Cos’è la protezione catodica?

«La protezione catodica è una tecnica essenziale per prevenire la corrosione delle strutture metalliche immerse in ambienti conduttivi, come il mare — spiega Giuseppe – Funziona inducendo una corrente continua tra un anodo e la superficie metallica da proteggere (catodo), polarizzando il metallo e inibendo i processi corrosivi».

Questo metodo è particolarmente importante in ambienti offshore, dove la presenza di sali disciolti, ossigeno e microrganismi accelera la corrosione, danneggiando piattaforme petrolifere, gasdotti e altre infrastrutture critiche. L’uso combinato di protezione passiva (rivestimenti) e attiva (PC) garantisce la sicurezza e l’affidabilità delle strutture nel tempo.

Protezione passiva e protezione attiva, di cosa si tratta?

«La protezione passiva crea una barriera fisica o chimica che isola il metallo dall’ambiente aggressivo, utilizzando rivestimenti protettivi, metallizzazione e inibitori chimici. — spiega Giuseppe – La protezione attiva, invece, si applica tramite anodi sacrificali o impianti a corrente impressa. Il sistema di protezione catodica(attiva+passiva) è intrinsecamente sicuro perché, in caso di malfunzionamento di una delle due modalità, l’altra subentra rallentando i processi corrosivi».

Come si monitorano e mantengono in buona salute i sistemi di protezione catodica?

«Occorre un adeguato e puntuale piano di monitoraggio e manutenzione — evidenzia Giuseppe — Come Sa.GEST monitoriamo periodicamente i parametri elettrici in conformità alle normative di settore. Le tecnologie di monitoraggio remoto, ci permettono di acquisire e trasmettere dati in tempo reale a un centro di controllo centralizzato. Software dedicati analizzano automaticamente i dati, segnalando eventuali anomalie e permettendo interventi tempestivi. Ma non finisce qui — continua – La manutenzione include ispezioni visive, monitoraggio dei parametri elettrici e controllo del funzionamento dei componenti impiantistici. Inoltre, vengono svolte attività di manutenzione straordinaria come la sostituzione di componenti inefficaci, la riparazione di connessioni elettriche e aggiornamenti tecnologici».

Un progetto di Sa.GEST?

«Uno dei nostri progetti più recenti è stato il retrofit dell’impianto di protezione catodica della piattaforma offshore GELA1 di proprietà di ENI. — racconta Giuseppe – Questa piattaforma, varata nel 1964 e situata a circa 2 km dalla costa, fa parte del nuovo progetto CASSIOPEA di ENI, che prevede un nuovo sistema di estrazione di gas naturale sottomarino, nuove condotte offshore e un impianto di trattamento a terra».

L’implementazione della protezione catodica in ambienti offshore presenta molte sfide: condizioni marine aggressive, complessità e dimensione delle strutture, difficoltà di monitoraggio e manutenzione, e logistica per l’accesso alle strutture.

Come si fronteggiano rischi, difficoltà e sfide in tema di protezione catodica?

«In Sa.GEST affrontiamo queste sfide con personale esperto e certificato — puntualizza Giuseppe -collaborando con clienti e partner nazionali garantendo così un’implementazione efficace dei sistemi di PC».

Quali sono le principali innovazioni nella protezione catodica?

«L’intelligenza artificiale sta rivoluzionando anche il nostro campo, migliorando i rilievi elettrici, la gestione degli impianti e la manutenzione predittiva. Inoltre — continua – i cloud permettono la raccolta e l’analisi dei dati in tempo reale. Innovazioni nei materiali anodici, rivestimenti ad alta efficienza, sonde di potenziale e unità T/R switching stanno migliorando significativamente i sistemi di protezione catodica».



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